L'Aggiornamento delle "Norme tecniche per le costruzioni", di cui al D.M. 17 gennaio 2018, più frequentemente identificate con la sigla NTC 2018, sostituiscono come sappiano la precedente normativa NTC 2008.
Un primo commento di carattere generale. Le NTC 2018, assieme alla Circolare Applicativa 2019, in molti casi rappresentano una semplificazione ed un miglioramento della precedente normativa, pur mantenendo (per fortuna) la medesima impostazione generale. Entrando nei dettagli, alcuni personali commenti in merito alle NTC 2018.
Una prima sottolineatura in merito al completo abbandono da parte delle NTC 2018 dell'ultimo inutile riferimento nei confronti della zonazione sismica, ovvero delle zone 1-2-3-4, che vengono ora ad assolvere una funzione puramente amministrativa. Commenti assolutamente positivi sono determinati dall'aver sostituito, nelle analisi di fondazioni superficiali, profonde e di muri di sostegno relativamente alle condizioni generali di cui al capitolo 6, i due farraginosi approcci 1 e 2 con un unico semplice approccio, l'approccio 2, con un'unica combinazione che prevede l'utilizzo diretto dei valori caratteristici dei parametri del terreno, prescindendo cioè dall'applicazione di coefficienti parziali. Ne consegue ovviamente una più facile e diretta applicazione nelle analisi di verifica relative.
Qualche ulteriore semplificazione viene poi adottata, sempre nel capitolo 6, nelle verifiche relative ai muri di sostegno (abbandono ad esempio dei coefficienti parziali per azioni ed effetti delle azioni di cui alla colonna EQU, a favore della colonna A1, nelle verifiche al ribaltamento), lasciando però qualche dubbio (nel capitolo 7 relativo alle condizioni sismiche) in merito ai possibili incrementi da attribuire al coefficiente beta (con valori standard pari a 0,38 e 0,47 nelle verifiche SLV e SLD rispettivamente) in funzione dello spostamento orizzontale atteso; non risulta chiaro a quali dei due stati limite, SLV o SLD, di riferisca il diagramma per la valutazione di beta in funzione dello spostamento.
Come nella precedente versione del 2008, per le verifiche di paratie, viene mantenuto nel capitolo 6 il riferimento all'approccio 1 combinazione 1, per analisi di tipo strutturale e alla combinazione 2 per analisi di tipo geotecnico, anche se la normativa 2018 per definire tale distinzione ha dovuto ancora una volta far ricorso alla successiva Circolare Applicativa 2019. La medesima combinazione 2 testé citata viene poi mantenuta anche per le varie verifiche di stabilità globale e per le verifiche di stabilità di fronti di scavo e rilevati.
Altra semplificazione viene poi prevista in generale per tutte le analisi sismiche, per le quali si prevede l'applicazione dei valori caratteristici sia per i parametri geotecnici, sia per azioni o effetti delle azioni. Altro miglioramento introdotto dalle NTC 2018 è riferibile alle analisi specifiche di risposta sismica locale, richieste in modo chiaro ed evidente, in sostituzione dell'approccio semplificato (prassi purtroppo consolidata, relativa all'utilizzo delle varie classi di sottosuolo, in base alla famosa tabella).
Sempre in merito alla risposta sismica locale (analisi specifiche non semplificate) sia le NTC 2018 che la Circolare Applicativa 2019 intervengono inoltre positivamente fornendo precise indicazioni in merito alla scelta degli accelerogrammi naturali, con spettro di risposta medio compatibile con lo spettro di target relativo a sottosuolo rigido tipo A e categoria topografica orizzontale (possibile riferimento a banche dati internazionali nella scelta degli accelerogrammi, purché relativi a situazioni non dissimili da quella in esame, scelta di un numero minimo di 7 accelerogrammi, utilizzo di eventuali fattori di scalatura purché di entità non elevata, ecc. ecc.).
A parere di chi scrive le NTC 2018 presentano però un aspetto peggiorativo rispetto alle precedenti NTC 2008, laddove si parla del possibile ricorso all'approccio semplificato nella risposta sismica locale, utilizzando le varie categorie di sottosuolo (di cui alla solita tabella). Mentre le NTC 2008 rendevano possibile tale ricorso qualora si dovesse verificare un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche del sottosuolo con la profondità (ovvero velocità delle onde di taglio crescenti con la profondità), l'attuale normativa pur parlando di miglioramento delle caratteristiche meccaniche con la profondità ha tolto l'aggettivo "graduale", non considerando gli effetti derivanti da forti contrasti di impedenza, conseguenti ad altrettanto forti aumenti delle velocità delle onde di taglio.
Sempre in riferimento al sopra definito approccio semplificato, ed in particolare alla solita tabella che descrive le varie categorie di sottosuolo, le NTC 2018 forniscono un miglioramento introducendo il concetto di velocità equivalente delle onde di taglio (VSeq) al posto della (VS30), eliminando i possibili riferimenti al numero di colpi (Nspt) e alla coesione non drenata (Cu) e colmando alcune evidenti lacune nella definizione delle categorie suddette.
Altra novità positiva introdotta dalle NTC 2018 si riferisce alla valutazione di sicurezza di costruzioni esistenti, laddove si impongono specifiche verifiche di carattere geotecnico, nei confronti di possibili fenomeni di liquefazione e di altro ancora. A proposito di liquefazione dei terreni, si vuole qui sottolineare il fatto che la Circolare Applicativa 2019 prevede, nel caso di verifiche con metodi semplificati, il ricorso alla verifica più cautelativa, che come si sa è riferibile al metodo di Boulanger & Idriss (2014), dando con ciò poco spazio alle scelte degli operatori.
Alla luce di quanto detto, dal punto di vista applicativo, un giudizio complessivamente positivo sulla nuova normativa, almeno per quanto concerne gli aspetti geotecnici.