Il 2 dicembre 2015, presso la sede del Ministero della Giustizia in Roma, si è insediato il nuovo Consiglio Nazionale dei Geologi. Quinquennio 2015-2020.
Nel corso della riunione sono state stabilite le seguenti cariche:
Peduto Francesco – Presidente, Presidente uscente dell’Ordine dei Geologi della Campani
Giovine Vincenzo – Vice Presidente
Violo A. Francesco – Segretario
Nardone Raffaele – Tesoriere
Alba Antonio – Consigliere
Angelone Domenico – Consigliere
Benedetto Lorenzo – Consigliere
Biserna Alessandra – Consigliere
Cavaglià Adriana – Consigliere
Matteoli Luigi – Consigliere
Ponzoni Gabriele – Consigliere
Reina Alessandro – Consigliere
Spagna Paolo – Consigliere
Tortorici Fabio – Consigliere
Mascetti Tommaso – Consigliere – Sezione B
Peduto: “Il nostro impegno è innanzitutto una battaglia di civiltà e per il territorio: la comunità nazionale non può e non deve continuare a versare tributi elevatissimi in termini di perdita di vite umane, di distruzioni e di degrado del territorio, ragione per la quale oggi si impone una risposta più matura ed una forte responsabilizzazione collettiva”
“Il risultato è andato al di là di ogni aspettativa. Sono stati premiati non solo i contenuti della nostra proposta progettuale, ma anche il lavoro svolto in questi anni sul territorio – ha affermato a caldo il neo Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto – molti dei neoeletti, difatti, me compreso, hanno alle spalle anni di impegno negli ordini regionali. Da oggi moltiplicheremo il nostro impegno per la difesa e la valorizzazione della categoria. Se solo pensiamo, ad esempio, che in Italia sono localizzate il 70% delle frane presenti in Europa, oltre 485.000 su 700.000 frane censite in tutto il sub-continente europeo, possiamo capire quanto il nostro Paese è diverso dalla stragrande maggioranza dei paesi europei, perché è una terra geologicamente giovane e di frontiera, e quanto ci sia quindi bisogno di un ruolo prioritario e centrale dei geologi. Troppo spesso, ancora oggi, anziché utilizzare al meglio le nostre competenze in chiave preventiva, siamo chiamati solo dopo, per spiegare cosa è successo e per provare a porre rimedio alle emergenze”. “Il nostro impegno quindi – ha continuato Peduto – è innanzitutto una battaglia di civiltà e per il territorio: la comunità nazionale non può e non deve continuare a versare tributi elevatissimi in termini di perdita di vite umane, di distruzioni e di degrado del territorio, ragione per la quale oggi si impone una risposta più matura ed una forte responsabilizzazione collettiva”.