Frane e stabilità dei versanti: un impegno professionale per la resilienza socio-economica

frane analisi di stabilita dei versanti movimenti franosi versanti pendii rischio idrogeologico modello geologico-tecnico metodo dell'equilibrio limite

GEOCORSI E-learning

Le frane sono senza dubbio tra i più severi pericoli naturali ai quali l'Uomo e le sue attività sono esposti.

Annualmente, molte aree del nostro Pianeta vengono interessate da eventi pluviometrici intensi (quali tempeste tropicali, uragani, tifoni e monsoni) che sono causa di una periodica ricorrenza di eventi di frana a scala regionale, molti dei quali mortali per decine se non centinaia di persone. A questi eventi periodici si aggiungono episodicità connesse ad eventi impulsivi quali forti terremoti ed eruzioni vulcaniche e, non ultime, le stesse attività antropiche. Al livello globale ed in base a recenti stime bibliografiche basate sull'ultima decade, il rischio da frana corrisponde a circa 20 morti su cento frane con una probabilità dell'1%. 

L'Italia è lo stato europeo più coinvolto nel rischio da frana, con un costo annuo stimato di circa 1 miliardo di dollari ed un coinvolgimento di circa il 70% dei comuni presenti sul suo territorio, più della metà dei quali subiscono danni severi a seguito di fenomeni intensi.

Frane in Italia, dissesto idrogeologico


La geologia applicata è sempre più chiamata, anche a livello professionale, a confrontarsi con analisi quantitative della stabilità dei versanti, volte a valutare il grado di sicurezza connesso sia ad eventi franosi già avvenuti, e dunque riattivabili, sia ad eventi che potrebbero coinvolgere versanti non ancora franati. Queste analisi, tuttavia, non possono prescindere dalla costruzione di un modello geologico-tecnico che inquadri, con l'appropriato dettaglio, i fattori predisponenti e quelli preparatori all'innesco delle frane.

L'attuale normativa tecnica per le costruzioni prevede che lo studio della stabilità dei versanti non prescinda dalla ricostruzione di un modello geologico-tecnico del versante e che solo da tale modello debba discendere la scelta del metodo di analisi, in base ai meccanismi di rottura identificati ed all'assetto geo-strutturale riconosciuto.

Per ciò che attiene l'analisi delle forzanti periodiche e/o impulsive anche questa, in base alla normativa vigente, non può prescindere dalla pericolosità ad essa associate e, dunque, di ogni scenario di franosità indotta futuribile (forward analysis) che può essere ricostruito per via quantitativa.

Lo studio della stabilità dei versanti si inquadra, dunque, nell'ambito delle strategie di resilienza che l'Uomo ha l'opportunità di mettere a segno per ridurre l'incidenza socio-economica del rischio da frana, dovuta al danno causato alle sue attività ed infrastrutture nonché alla sua stessa vita. Come tale, l'analisi di stabilità dei versanti è divenuta, a tutti gli effetti, uno strumento affinabile e gestibile dal geologo professionista per le sue applicazioni alla pianificazione territoriale nonché alla riduzione della vulnerabilità strutturale.

Riproduzione riservata
Ultimo aggiornamento:

Ricevi i migliori articoli e news di Geocorsi direttamente nella tua casella di posta!