Dopo decenni di attività imprenditoriale svolta nel campo delle perforazioni geotecniche ed ambientali, fondazioni speciali, pozzi d'acqua, sviluppo e costruzione di attrezzature per la geotecnica mi sono (ri)affacciato al mondo della Consulenza, in più seguendo e proponendo io stesso Seminari su tutto ciò che attiene alle attività che ho sempre seguito dalla fine degli anni '70.
Sono passato dall'altra parte della barricata, non più in veste di mero "Perforatore" ma come Consulente, Supervisore, Docente.
Le sorprese non sono mancate e sono sicuro che non mancheranno.
Per prima cosa mi sono accorto della distanza che c'è fra il Teorico e il Pratico, almeno nella disciplina della "Geognostica", termine poco usato ma che in realtà comprende tutte quelle attività che portano alla conoscenza del sottosuolo, purtroppo spesso banalizzate e sottovalutate da chi non le pratica ma alla fine poi dipende in gran parte dai risultati che queste attività producono.
I Consulenti e Progettisti hanno in genere (le eccezioni per fortuna non mancano) una conoscenza limitata delle tecniche di esplorazione geognostica, sia essa geotecnica, ambientale, idrogeologica, mineraria.
Per contro gli Operatori del settore geognostico molto spesso non conoscono l'uso che i Consulenti e Progettisti faranno dei loro dati, oppure non entrano in merito all'affidabilità delle prove a loro richieste, limitandosi ad eseguire diligentemente ciò che gli viene richiesto.
Un debole link fra i due mondi (Teorico e Pratico) è costituito dalle cosiddette "relazioni" svolte per lo più dagli Operatori del settore geognostico, che a seconda del caso si spingono alla descrizione delle metodologie di indagine e/o interpretazione dei dati, oppure a calcoli complessi, raccomandazioni per la costruzione, fino a "quasi-progettazioni".
Ecco che, nella nomenclatura sorta nella perenne (ed inutile) guerra fra Geologi ed Ingegneri si discute di Relazioni Geologiche, Geotecniche, Ambientali, Idrogeologiche, Sismiche, Modelli Geotecnici e/o Geologici, perdendo troppo spesso di vista la questione principale, ovvero la qualità dell'indagine (intrinseca, non legata necessariamente alle ISO) in termini di scelta delle metodologie corrette in relazione alla problematica da studiare in funzione delle caratteristiche del sito, delle prove da eseguire in sito e in laboratorio, dei monitoraggi, dell'ottimizzazione dei tempi e costi dell'indagine stessa.
In secondo luogo ciò che mi sorprende è la generale mancanza di attenzione nei riguardi dell'affidabilità del dato che scaturisce dall'indagine geognostica. Pochi si pongono il problema se il dato che stanno usando o ricavando è affidabile o meno.
Ecco che si vedono "SPT" in argilla con punta conica ed aste Ø 76, prove CPTU con U crescente in sabbie e decrescente in argille, piezometri a tubo aperto completamente fessurati posti in fori a profondità di 60 metri in sistemi multifalda, campioni "indisturbati" prelevati a percussione (o con il badile), dedurre i valori SPT dai risultati delle prove CPTU e tantissime altre amenità del genere.
Per contro i dati ottenuti vengono spesso impiegati "non criticamente" (talora in sofisticatissimi modelli matematici) e i risultati finali spesso soffrono della scelta di parametri geotecnici non affidabili, in termini di problemi alle strutture, sovra o sottodimensionamento delle fondazioni, errata valutazione di problematiche geotecniche, ambientali, idrogeologiche.
Troppo spesso i risultati di una indagine geognostica non affidabile si vedono, talora sommati a una scarsa qualità della progettazione e/o altri fattori che amplificano i problemi.
Per ultimo ho notato (ma questo non costituisce una sorpresa) una scarsa propensione all'innovazione. Specie in tempi di crisi si tende sempre a fare ciò che si è sempre fatto nella stessa maniera, magari sbagliando o accettando risultati non completi e/o affidabili per paura di fare cose "non standard" e riducendo troppo spesso l'indagine geognostica (di per sé stessa una attività molto stimolante) a una mera compilazione di tabelle e grafici rigidamente secondo le Norme e la prassi corrente.
Chi mi conosce sa che sono sempre stato troppo "esuberante" dal punto di vista tecnico, mettendo in campo innovazioni talora "esagerate" e (secondo molti) contrarie alla buona pratica imprenditoriale... quindi il mio parere in questo argomento conta quel che conta.
Ma non posso fare a meno di notare che la scarsa propensione alla innovazione porta a ritenere a priori impossibili certe soluzioni che potrebbero essere decisive per la risoluzione di certi problemi particolari.
Alcuni - direi tutti - lavori più prestigiosi che ho fatto non sarebbero stati eseguiti senza l'applicazione di una grande dose di innovazione (e di coraggio o incoscienza nel proporla).
Quindi un giusto compromesso fra l'applicazione rigorosa secondo la prassi corrente delle Norme (ammesso che ce ne siano in certi casi) e la più sfrenata innovazione (ammesso che ci siano le condizioni tecniche e di budget) secondo me renderebbe l'attività di indagine geognostica più completa e... divertente.
È quindi molto importante che come prima cosa si inizi a riavvicinare il Teorico con il Pratico fornendo Strumenti a entrambe le categorie (Consulenti e Progettisti da una parte e Operatori del settore geognostico dall'altra) che siano utili a comprendere l'essenza stessa delle indagini geognostiche, partendo dalla descrizione delle attrezzature, Normativa, modalità corrette di esecuzione, alcuni "trucchi del mestiere", per finire alla Interpretazione critica dei risultati ottenuti.
Da ciò possono derivare degli spunti utilissimi per una corretta programmazione delle indagini geognostiche, tema importantissimo e decisamente sottovalutato, come pure la progettazione e gestione dei sistemi di monitoraggio. Infatti non tutti coloro che operano come Consulenti o Progettisti nel campo Geotecnico, Ambientale, Geologico, Idrogeologico hanno una conoscenza "a tutto campo" delle tecniche geognostiche e di monitoraggio del sottosuolo nei più disparati contesti.
Contemporaneamente non tutti gli Operatori del settore Geognostico hanno conoscenza delle reali necessità dei Consulenti o Progettisti, come pure non hanno disponibilità completa di tutte le attrezzature necessarie per eseguire qualsiasi indagine in qualsiasi contesto.
Ciò comporta il fatto che non sempre le indagini e i monitoraggi siano ottimizzati sia in termini di risultati che di costi.
Quindi in definitiva una migliore conoscenza porta a grandi vantaggi per tutti coloro (indistintamente) che hanno a che fare con tematiche che riguardano il sottosuolo.
Tuttavia la Geognostica è una materia in continua evoluzione, dato che problemi particolari vengono risolti con soluzioni innovative e la conoscenza viene rapidamente diffusa grazie al web e/o a sempre più numerosi convegni del settore.
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